Forum neonazista Stormfront, operazione di polizia postale e Digos: arresti e perquisizioni in tutta Italia – November 2012
http://www.huffingtonpost.it/2012/11/16/blitz-contro-antisemitismo-stormfront_n_2142414.html
Italian Police Block ‘White Supremacist’ Website
Italian police have blocked access to a white supremacist website and arrested four people for allegedly inciting racial hatred and spreading anti-Semitism. Authorities on Friday blocked Stormfront, a white supremacist website based in the United States, and shut down its Italian-language forum …. Prosecutors in Rome launched the investigation after the group published blacklists of religious leaders, politicians, journalists and judges citing their support of immigrants. They also published lists of prominent Jewish citizens.
Avevano costituito un’associazione a delinquere neonazista, con basi in tutta Italia, da Aosta a Caltanissetta, e i cui iscritti erano pronti a passare dal web alla realtà, con azioni violente mirate contro gli immigrati. Il loro era “un vero e proprio attacco ai valori della nostra Costituzione”, nelle parole del capo della Digos romana, Lamberto Giannini. Per anni hanno affidato alla sezione italiana del forum americano “Stormfront”, i loro proclami contro ebrei, stranieri, omosessuali. Liste di proscrizione, insulti e post diffamatori contro chiunque fosse ritenuto vicino ad Israele. Ministri, giornalisti, esponenti del mondo dello spettacolo e dell’economia i cui nomi sono stati inseriti nelle blacklist, contro le quali erano state presentate interrogazioni parlamentari e denunce (a cominciare da quelle delle comunità ebraiche romane). Ora il passo nel reale: erano stati avviati contatti con Forza Nuova, Casa Pound e anche con la Fiamma Tricolore. Per crescere, e colpire. E non più solo a parole. Studiavano già un attacco ai campi nomadi, come ha svelato il questore di Roma, Fulvio della Rocca: “La tempestività delle indagini ci ha evitato con tutta probabilità problemi più seri in alcune località del nord Italia”.
Un’operazione chirurgica, quella condotta dalla Polizia Postale e dalla Digos: l’hanno ribattezzata con lo stesso nome del forum che, in queste ore, è stato oscurato su disposizione della Procura. Un’operazione delicata e complessa, resa anche possibile dalle decine di denunce presentate in questi anni dalle vittime del sito. “La Postale, anche con il coordinamento con l’Unar (Ufficio nazionale anti discriminazioni) e con l’Oscad (Osservatorio contro gli atti discriminatori) presta una fortissima attenzione a fenomeni che, solo apparentemente, ricadono nella sfera della libertà di pensiero”, ha sottolineato il direttore del Servizio della Postale, Antonio Apruzzese. E’ stato lui, insieme agli agenti impegnati su tutto il territorio nazionale, a permettere di dare un nome e un volto alle mani xenofobe che compilavano i post sul forum. Quattro gli arrestati, 17 gli indagati sottoposti a perquisizioni. Ma altri indagati potrebbero arrivare nei prossimi giorni: gli utenti del forum, infatti, sono svariate decine e bisognerà distinguere con attenzione il loro diverso ruolo. Incitamento all’odio razziale ed etnico il reato contestato.
Gli arrestati. Il promotore dell’associazione a delinquere si chiama Daniele Scarpino, ha 24 anni e vive a Milano. Dopo averlo individuato, la polizia ha monitorato la sua attività informatica (intercettando anche le sue conversazioni telefoniche). Da lui si è arrivati agli altri moderatori del sito: Mirko Viola, 42 anni, di Como; Luca Ciampaglia, 23 anni, Pescara; Diego Masi, 30enne della provincia di Frosinone. Sul web, però, non erano famosi per il loro nome reale, che cercavano di nascondere facendo ricorso ad alcuni espedienti informati che, però, non sono bastati. “Dani14”, “NonConforme”, Antilife, Biomirko e ancora Costantino, Partenopeo, Neocrack, Evoliano, Republikaner e così via. In tutto 21 persone, in 12 regioni, finite nella rete degli investigatori, che, questa mattina, hanno anche chiesto ai circa 100 provider nazionali di “inibire agli utenti italiani la possibilità di raggiungere quel dominio”. Le perquisizioni a carico di tutti gli indagati hanno permesso di recuperare un’ingente quantità di materiale informatico, oltre a pubblicazioni, manifesti e volantini cartacei ed altri oggetti inneggianti al razzismo, bandiere ed emblemi nazisti e armi bianche, che sarebbero state utilizzate nei blitz che i neonazisti andavano pianificando. Tra gli oggetti sequestrati c’è anche la traduzione in italiano di un romanzo vietato in numerosi Paesi per i suoi contenuti violenti ed eversivi: il libro, intitolato “The Turner Diaries” e pubblicato nel 1978 dal leader indiscusso dei “suprematisti” bianchi della West Virginia, William Pierce (sotto lo pseudonimo di Andrew McDonald), narra la storia di un gruppo di “patrioti” americani che, per ribellarsi a una legge contro il possesso delle armi, mette in atto un piano eversivo per prendere il potere utilizzando i metodi più crudeli sino agli attentati dinamitardi e all’uccisione di persone di colore e di religione ebraica.
(VEDI SOTTO LE FOTO DEL MATERIALE SEQUESTRATO)
“Persone di varie estrazioni sociali – ha spiegato Giannini – con un range di età molto ampio, dai 50 anni fino ai minorenni. I loro non erano semplici proclami sul web: non stiamo, infatti, parlando della libera espressione del pensiero. Siamo davanti ad un’organizzazione che voleva aggredire i valori costituzionali, a cominciare da quello dell’uguaglianza tra cittadini”. Tutti avevano precedenti penali: uno di loro (Masi) era stato sottoposto ad un provvedimento di Daspo, mentre Viola era già stato denunciato per minacce (nei confronti di una persona “rea” di aver protestato contro la celebrazione del compleanno di Hitler). Le indagini hanno anche permesso di accertare le procedure usate per il finanziamento dell’associazione: Scarpino era il collettore dei contributi economici versati dagli affiliati ed era l’unico referente dei vertici statunitensi. I finanziamenti arrivavano attraverso delle carte di pagamento ricaricabili.
L’America. Il cuore del forum si trova in Florida: il che ha reso particolarmente difficili le indagini, dal momento che, negli States viene tutelata, anche ai livelli più estremi, la libertà di espressione: “La legislazione vigente – viene fatto notare – non garantisce reciprocità di trattamento a livello sanzionatorio e ha reso vane le attività istruttorie in regime di cooperazione giudiziaria internazionale”. Impossibile anche collaborare con i responsabili del forum che è stato creato da Don Black, già leader del Ku Klux Klan. “La rogatoria ormai è uno strumento superato – ha fatto notare il capo del Pool Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Roma, Giancarlo Capaldo – Con alcuni Stati, inclusa l’America, abbiamo avviato rapporti di collaborazione molto proficui, che stanno dando i loro frutti”. E così è stato con Stormfront.
Gli agenti della Postale si sono concentrati sulle attività informatiche che venivano condotte dai quattro arrestati, in Italia: il passo per arrivare alla raccolta delle prove necessarie ad arrestarli è stato breve. “Il fatto che un sito si trovi all’estero – hanno fatto notare gli agenti della Postale – non garantisce impunità e per noi arrivare a identificare chi, dall’Italia, commette un reato sul web, è tutt’altro che complesso”. E questo nonostante i 21 indagati cercassero in ogni modo di eludere i controlli della polizia. “Leggi e cancella questa e-mail”, è il testo di un messaggio “intercettato” dagli uomini di Apruzzese. “Dobbiamo spazzare via gli ebrei”, scrivevano ancora certi di non essere letti. “La criminalità terroristica usa il web come un’arma di aggregazione – ha fatto notare Capaldo – e rappresenta una grossa opportunità, proprio grazie all’anonimato che la Rete può offrire”. Ma che, evidentemente, stavolta, non è bastato a coprire questa associazione.
I collegamenti politici. Forza Nuova, CasaPound e Fiamma Tricolore: i 21 indagati cercavano di avvicinarsi a questi movimenti, anche per organizzare dei convegni o per prendere parte ad incontri pianificati da queste formazioni. Uno di loro, Viola, era attivo, a Como, per conto del movimento forzanovista. “Ma loro volevano essere un’entità distinta – fa notare Giannini – L’area politica in cui gravitano è quella della destra estrema, ma certamente questo nucleo era qualcosa di diverso”.
I precedenti. Blacklist, insulti e odio xenofobo. Era dal 2009 che dalle pagine di Stormfront si levavano regolarmente gli attacchi ad ebrei, omosessuali e immigrati.